Interstellar è uno dei miei film preferiti. Da quando l’ho visto, ho cominciato a subire il fascino della fantascienza come metafora usata nella poesia per esprimere concetti come la scoperta, il mistero, la distanza ma anche i legami che superano gli ostacoli del tempo e dello spazio.
Qualche sera fa sono stata al planetario di Milano a seguire una lezione su nebulose e supernova e la scoperta della stella Trappist-1, 40 anni luce dalla terra, attorno alla quale ruotano tre pianeti gemelli alla terra in cui potrebbe esserci vita.
I pianeti lontani aprono nuove prospettive, creano aspettative. A volte i sogni si accendono e poco dopo si spengono nella disillusione. Questa è la poesia che ho scritto:
Scoperti 7 gemelli della Terra che orbitano tutti attorno alla stessa stella.
La fame, la morte la guerra,
la gravità mi spingono a terra
finché non vedo in alto un fascio di luci.
Il mio braccio si leva
Ma la dita si stringono su se stesse
Perché la luce non è tangibile.
Cessano tutte le cose concrete che ho intorno
e incomincio a galleggiare
Ma più mi avvicino più la luce si riduce
Fino a spegnersi.Quanta delusione
Attraverso la mia tuta di astronauta.
Quando scopro che i pianeti sono disabitati
Non c’è niente da esplorare
E che le stelle più sono grandi
più mi sembrano pietre come quelle che sporcano il mare.
Sarei già morta travolta dalla loro esplosione
Se non mi fossi aggrappata alla superficie regolare
di un satellite
Dove uno scienziato annoiato
Fa i suoi controllo di routine.
Quando smetto di sognare
La gravità mi afferra per riportarmi a terra
I sogni più ci entusiasmano, più ci fanno volare in alto. A quel punto è facile soffrire di vertigini. Quando si rimane delusi si cade giù.
Grazie per avere letto la mia poesia.
#wannabepoeta